Quante volte ci sarà capitato di sentir dire che “questo non è più il mondo di una volta”, che “ormai siamo in una deriva inarrestabile”, o che “assistiamo – impotenti – ad una irreversibile caduta di valori”? Prendiamo quello della “riconoscenza”; è ancora un sentimento che possiamo contemplare come ben presente nelle nostre condotte di vita? Viene da pensare di sì, perché esistono ancora ragazzi come Gioele, 13 anni, da Osimo e la sua bella famiglia. Raccontare perchè, è facile. Dopo che nel febbraio scorso il ragazzo era stato ricoverato al Salesi per essere sottoposto ad un intervento, nei giorni scorsi ha voluto far ritorno in Chirurgia, accolto dalle nostre Patronesse, Valeria La Rosa e Anna Maria Procaccini. Sempre con accanto mamma Fabiana e papà Marco, stavolta teneva in pugno un bel saccone pieno di regali che ha voluto lasciare per i bambini del Reparto. Bello vero?
Gioele ha anche espresso il desiderio di consegnare personalmente una lettera (immaginiamo di ringraziamento) al prof. Giovanni Cobellis, il Primario di Chirurgia Pediatrica che lo aveva operato sette mesi prima. Incontro sì, incontro no? Incontro sì, perché il prof. Cobellis, dimostrando la sua riconosciuta umanità, ha accettato di rivedere Gioele, ben ricordandosi di lui. Sono stati momenti di emozione, una forte emozione, da una parte e dall’altra. C’è pure scappata una foto insieme, anzi ce ne sono scappate due. Perché lì in Chirurgia, nel portare i suoi regali, Gioele ha incontrato un altro Gioele, più piccolo di lui, ma sempre Gioele che, diciamocelo, non è proprio il nome più diffuso…
E non li vuoi fotografare insieme?
